Excerpt from Scritti e Discorsi Letterari
Non meno dell'animo che della persona, in quel se colo di cavalieri; e disperdesti colla spada gli ag gressori tuoi. Ma chi difendeva me, giovinetto in fermo e deforme del corpo, dalle sassate della plebaglia di Recanati, e dagli insulti che il tacere è bello? Tu morivi, o fratello, sopraffatto anche tu dai morbi e dalle sciagure; ma non morivi ignoto: ma tutto il popolo d' Italia sorse d' un tratto a com piangerti; il tuo cadavere fu vestito regalmente, e Roma posò su' tuoi occhi socchiusi la corona, che ti aveva amorosamente preparata. Della mia morte chi s'accorse? Chi, se non forse l'amico del cuore, pianse sul mio cadavere? E mentre tu morivi nella serena visione d' un'altra vita, d'amor vero e di vera pace, dinnanzi a' miei occhi era il Nulla, e morendo io invocava angoscioso la luce fuggitiva, e l'aria, e il sole. 0 fratello Torquato, e non fui io ancor più misero di te? Cosi cogli infelici poeti si com piangerebbe il Recanatese. E forse Torquato lo bacerebbe in sulle gote, piangendo: e il Petrarca poserebbe sulla fronte di lui, riluttante, la.
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Scritti e Discorsi Letterari (Classic Reprint) di Eugenio Donadoni txt
Tuesday, April 17, 2018
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